Portiamo all’attenzione dei lettori che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha destinato 75 milioni di euro ripartiti tra 2019, 2020, e 2021 per finanziare, con un voucher a fondo perduto, interventi di consulenza per progetti di innovazione.
L’intento è di promuovere, attraverso figure professionali dedicate e qualificate, l’implementazione di tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernare le modalità gestionali delle imprese.
Le PMI hanno infatti necessità vitale di intraprendere questi percorsi avendo tempo e risorse molto limitate e devono competere nei mercati internazionali anche con chi ha molte più risorse.
Senza pensare che anche tanti grandi, pur avendo le risorse, non riescono a sopravvivere nel momento in cui si prendono il lusso di ignorare il flusso dell’innovazione.
Si pensi a realtà come Blockbuster che dal 1985, ha raggiunto il traguardo di oltre 8.000 punti vendita.
Tuttavia, non adattandosi alle mutevoli esigenze dei clienti e non innovando il proprio modello di business, nel 2013 è stata surclassata da nuove realtà del settore.
La sede Ebin Lecce Nord, nell’indirizzare le aziende su come utilizzare al meglio le risorse pubbliche, è impegnata nell’indagine sugli attuali metodi gestionali come stimolo ad intraprendere un percorso di upgrade in ottica 4.0 (o di completarne uno già in essere).
Descriviamo di seguito alcune tipologie di percorsi progettuali pensati per sostenere il processo innovativo delle aziende e fornire degli spunti o esempi su cosa in realtà possono fare le piccole e medie aziende.
1. Settore digitalizzazione dei processi
Molte aziende oggi hanno necessità di un controllo maggiore e in tempo reale dei numeri più importanti che possano dare un’idea semplificata ma precisa dell’andamento di conti e performances aziendali
È naturale pensare all’installazione di un software gestionale e/o un modello di controllo interno realizzato con un foglio di calcolo o con un software di analisi magari già conosciuto ma non sfruttato al meglio, mettendo in atto un piano di controllo di gestione interno, digitalizzazione delle commesse o CRM.
2. Settore big data analysis
L’innovation manager può guidare l’azienda nell’analisi delle grandi moli di dati provenienti dal contesto in cui opera l’azienda con lo scopo di creare i presupposti per un espansione o approdo su nuovi mercati attraverso:
- indagini di mercato, conoscere le preferenze dei consumatori, valutare la customer satisfaction;
- soluzioni e promozioni su misura per target specifici,
- comprensione della percezione del consumatore e posizionamento rispetto ai concorrenti;
- individuazione di opportunità di cross-selling o di sviluppo dell’azienda su nuovi mercati;
- analisi di risultati di vendita dal forecasting iniziale al fatturato finale;
- gestione dei clienti, ottimizzazione del marketing mix e monitoraggio delle campagne;
- pianificazione e monitoraggio del conto economico di prodotto, canale, distributivo, della forza vendita.
3. Settore Ridefinizione dei processi e digitalizzazione
Ridefinizione in ottica snella dei processi con il supporto della digitalizzazione delle fasi di lavoro per ridurre gli sprechi e gestire i vincoli di produzione.
Introduzione di un sistema di indicatori in ogni reparto e in ogni impianto (performance, produttività, qualità e rispetto delle tempistiche)
Digitalizzazione dell’acquisto da fornitori chiave e che possono entrare nel processo di progettazione
3. Settore digitalizzazione e analisi big data
L’innovation manager può effettuare uno Studio di fattibilità per l’introduzione di nuovi macchinari 4.0 con lo scopo di integrare tali macchinari nel processo, evitando una digitalizzazione fine a se stessa ma ben integrata in un’ottimizzazione del sistema azienda nella sua globalità.
Le PMI non possono permettersi di frenare il proprio business evitando di sfruttare le soluzioni tecnologiche ma ancor più devono approfittare per guardarsi dentro e ridefinire i processi interni evitando di innovare solo per “moda”; piuttosto costruire un sistema che sia terreno fertile per le soluzioni tecnologiche che restano un mezzo per facilitare i miglioramenti di breve, medio e lungo termine. L’incentivo, che ricordiamo sarà a copertura del 50% dei costi, con un massimo di 40.000 € a fondo perduto, va anch’esso visto in quest’ottica e non come un’entrata una tantum che si esaurisce con la rendicontazione del lavoro consulenziale.
Invitiamo pertanto le aziende ad un incontro conoscitivo e programmatico per individuare esigenze e soluzioni applicative, nonché per definire tempi, modi e costi da esplicitare nel progetto per sfruttare il finanziamento di prossima scadenza (26 Novembre).